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Il blog di Federico Mercuri

domenica 19 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 11

Ancora frastornato di bagordi notturni e sotto un sole cocente, preparo i miei bagagli smonto la tenda e carico la moto. Raggiungo Palermo in largo anticipo tanto da recuperare un po' del sonno perduto appisolandomi sul prato di fronte al porto. L'ultimo giro in questa incredibile città e poi mi imbarco per tornare a casa.

sabato 18 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 10

Giornata interamente dedicata al rito mistrettese che accompagna la celebrazione si S. Sebastiano. Si tratta di una processione molto particolare che vede la Varenna e il santo portati in spalla nelle strade del paese, il tutto di corsa e al ritmo di fanfare, scandito dalle due bande del paese e condito dalle urla dei fedeli che scalzi e uniti in una infinita cordata rincorrono i due catafalchi accompagnandoli fino alla conclusione del rito.

Laicamente seguiamo il corteo in maniera diversa e cioè non in processione ma tagliiando per le innmerevoli viuzze del centro per arrivare agli appuntamenti clou della sfilata.

Concludiamo la serata alcolizzandoci fino alle 6 del mattino e con in corpo sufficiente alcool e confortato solo da un ventaglio di pasta reale cavalco l'alba fino al campeggio.

venerdì 17 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 9

Dall'inferno al paradiso, dall'Etna a Erice, città congelata in una epoca imprecisata e abitata da fate, elfi e folletti. Dalla rocca si gode di un panorama fantastico su quello che è a mio parere il mare più bello della costa settentrionale siciliana.

Perdetevi tra i vicoli mangiucchiando dolci della pasticceria Gramatico Maia e la crisi iperglicemica trasformerà questo mondo fantastico e irreale nel vostro mondo reale.

Questa mattina i picciotti sono andati via. Ora nel campeggio è tornato un vuoto silenzio. Qualcuno starà meglio, di sicuro non io. Sono piccoli e caciaroni ma gli voglio bene. Ogni mattina mi portavano la colazione senza che io dovessi nemmeno chiederla. Se uno li sa prendere ti ricoprono di affetto. Pero un giorno di rivederli. Sicuramente ci sentiremo su msn.

giovedì 16 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 8

Avete voglia di fare una passeggiata sui biscotti sfidando il sonno di un mostro infuocato? Andate sull'Etna. Se raggiungete la vetta dal crinale sud lo spettacolo è garantito. Man mano che vi avvicinate al mostro comincerete a sentire sempre più caldo nonostante vi troviate tra i 1.000 e i 1.900 metri di altitudine. L'aria è un misto di uovo e profumo di boschi e le roccie intorno a voi si fanno sempre più nere. Sembra quasi una popolazione incantata di mostri congelati che sta li in letargo da ormai molto tempo, ma che è ancora viva e vi scruta nell'immobilità.

Contnuate a salire, il crinale sud è completamente a vista e mentre voi siete ancora nei boschi, vedrete la schiena del mostro, gialla con delle enormi venature nere che si stagliano dalla cima come rivoli di sangue coagulato. Una volta usciti dal bosco lo stupore si impadronisce definitivamente di voi. Alle vostre spalle e ai piedi del mostro Catania con il suo golfo vi faranno mancare il fiato. Davanti a voi un mare in tempesta fatto di roccia nera.

Il punto più alto reggiungibile in moto è a 1.900 metri. Da li potrete vedere i piccoli uomini salire e percorrere in fila le gobbe del mostro dormiente e vi accorgerete di quanto è impressionante. Il suo mantello è a tratti giallo, rosso e grigio, solcato da fiumi di lava nera.

mercoledì 15 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 7

Torno in campeggio alle 6 e 30. L'aria è rarefatta di bagordi appena trascorsi. Ho fame, e giro come un cane affamato alla ricerca di un boccone che non trovo. Vado in spiaggia per buttare un ultimo sguardo sulla notte passata. Segni di falo' accesi e corpi sparsi qua e là quasi tramortiti dalla bomba dell'ebrezza. L'ultima sigaretta e poi a dormire.

Sveglia tardi, giornata al mare e cena con carne alla brace. Il resto della giornata scorre liscia in campeggio all'insegna del riposo.

martedì 14 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 6

Volevo alzarmi presto per andare a Capo D'Orlando, raggiungere Antonella per fare una capatina a Vulcano e poi approfittare per rimanere a Capo D'Orlando a passare la notte di ferragosto, insieme anche ai miei amci di Mistretta, che mi avrebbero raggiutno li.

Le ore piccole della notte prima mi convincono pero' a rimanere a dormire e muovermi per Capo nel pomeriggio. Passo la mattina in campeggio con i miei nuovi amici e si finisce a parlare di politica.

Claudia è una giovane forzaitaliota e Berlusconi è il suo idolo . E' incredibile, a prescindere dalla posizione politica, quanto siano politicizzati questi ragazzi. Credo sia un bene a prescindere.

Claudia ha degli occhi davvero intensi; di un blu cristallino. Quando ti guarda ti scava dentro e quando vuole convincerti ti guarda incazzata e con gli occhi scava ancora più in profondità. Ha labbra carnose, denti bianchissimi e un sorriso sincero. Alta e seducente nela sua innocenza.

Serata ballereccia a base di alcool a Capo D'Oralndo con gli amici di Mistretta fino al mattino.

lunedì 13 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 5

Mi sveglio e scopro che i picciotti stanno per essere cacciati dal campeggio per gli schiamazzi della notte precedente. Ma c'è di peggio, scopro che si erano divisi in due gruppi e uno incolpava l'altro del casino notturno. Non era mia intenzione intervenire, ma l'affetto che già nutrivo per loro e la simpatia che inevitabilemente suscitavano in me ragazzi terribili come loro mi convincono a parlare con il proprietario per concedere loro un'ultima serata di prova. Tutto sommato io ero li e se li difendevo io che ci dormivo in quel casino non poteva dirmi di no.

Subito dopo parlo con loro, con i picciotti, e gli chiedo di cercare di moderarsi un po' per le sere successive ma soprattutto di non dividersi mai quando succedono cose del genere. Mi ascoltano, o almeno cosi' mi sembra e le cose si sistemano.

La giornata la passo in barca con Milena tra Sferracavallo e Mondello e poi torno al campeggio. E' la prima sera che ho voglia di rimanere li. I picciotti hanno un sacco di storie da raccontare, parlano in palermitano stretto ma ormai quei suoni cominciano ad essermi familiari.

Raccontano le loro storie di disagio, e di difficoltà, raccontano la mafia con gli occhi di ragazzi di 20 anni, li sento ribelli e prigionieri allo stesso tempo. Il più assennato fa il militante di Rifondazione, c'è invece chi conduce le sua battaglie nella vita di strada. Sono giovani la già grandi e da loro c'è da imparare tantissimo.

Fumiamo, beviamo e parliamo di politica, della loro rassegnazione mista alla voglia di cambiare le cose. Ascolto e cerco di incoraggiarli a non arrendersi alle sconfitte, perchè ce ne saranno tante nella vita. Odiano la Sicilia e i siciliani ma ho cercato di convincersi ad amarsi un po' di più e ad amare un po' di più la loro terra. perchè è prorpio l'assenza dell'amor prorpio che rende questa gente fantastica cosi' succube della malavita.

La serata scorre piacevole fra le chiacchiere in palermitano e le fumatine collettive. Conosciamo anche dei nuovi vicini di tenda. Vengono da Caltanissetta. Un ragazzo e tre ragazze, subito oggetto dei pruriti sessuali dei picciotti, che pero' parlano parlano ma come me alla loro età poi si cacano addosso.

Tocca quindi a me, ovviamente per conto loro, fare il primo approccio e una delle tre ragazze, Claudia, 17 anni, mi fa subito delle avances...

domenica 12 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 4

Quante cose hanno da dirsi una coppia di sordomuti? Sono qui che provo a scrivere cercando di non essere disturbato dal loro assordante silenzio fatto di gesti e espressioni del volto.

Dopo un lungo periplo, prima in cerca di posti da visitare e poi di spiagge da vivere, eccomi al lido del carabiniere, a S. Elia, località punta zafferano, poco a nord di Bagheria.

Prorpio a Bagheria avrei voluto visitare la villa dei mostri, villa Palagonia, ma la trovo chiusa. Riesco solo a godermi il suggestivo ingresso, in cui ad accogliermi ci sono un paio di creature fantastiche che suscitano ilarità e inquietudine. Riesco a sbirciare dentro. Sembra un parco incantato mangiato dal tempo. Forse proprio quell'incuria nel mantenerlo intatto gli dà ancora di più un senso di irreale, di incantevole e abbissale nello stesso tempo.

Sempre perchè le trovo chiuse, non riesco a visitare nemmeno le rovine della antica città fenicia di Selinunte (? verificare).

Reduce da due sconfitte mi metto a cercare una bella spiaggia. La guida consiglia Fondachello vicino Casdeldaccia, ma nonostante bella e piena di gente, c'era un enorme cartello di divieto di balneazione datato marzo 2007. Ad un tratto mi si svela la Sicilia dei luoghi comuni, del non rispetto delle regole, la Sicilia sciatta e non curante di se.

Nella ricerca di una spiaggia accogliente mi infilo nei vicoli di paesi fantasma e scopro la povertà. Dignitosamente vecchietti accendono il loro barbecue ai bordi dei vicoli, vicino l'uscio di casa, e trovano cosi' il loro svago.

Mi addentro sul monte che sovrasta capo Zafferano dove trovo una cava abbandonata e molte strade che finiscono inesorablmente con un cancello chiuso. Mi viene da chiedermi perchè non posso andare oltre a vedere che c'è? Di chi è quel monte?

Aggiro il promontorio e trovo tra me (la strada) e la splendida costa, una serie di ville che precludono l'accesso al mare. Sempre la stessa domanda: perchè?

L'aperitivo e la cena a Mondello insieme a Milena mi distraggono dai miei pensieri a sfondo sociale. In realtà ero già stato distratto in spiaggia, alla baia del carabiniere, poco prima di andare via, dalle avances di una milanese, che non so neppure se rincontrero'.

Ma la sorpresa mi attende al mio rientro al campeggio, verso mezzanotte e mezza. Da che era semivuoto il campeggio si era popolato di gente e una comitiva di picciotti aveva praticamente circondato la mia tenda. Ubriachi e fumati fino al midollo stavano concludendo il loro festino proprio intorno le loro tende. Uno di loro stava poco bene e mi sono intrattenuto con loro per vedere come andava a finire, ma anche perchè mi sembravano sinceri e simpatici. Scambiamo quattro chiacchiere e scopro che erano li in 19 tutti provenienti dallo stesso paese, vicino Palermo.

Fumo con loro e poi vado a letto lasciandoli ancora in piena baldoria che erano le tre del mattino. I problemi arrivano ovviamente il giorno dopo.

sabato 11 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 3

Se per caso vi è capitato di passare per la statale est (settentrionale siciliana) avreste visto un pazzo percorrerla avanti e indietro ininterrottamente. Non diro' più di questa strada ma vale la pena davvero percorrerla. Asfalto buono, non molto larga ma anche poco trafficata, almeno nei punti fuori dai centri dei paesi che tocca. Con un occhio alla strada e l'altro al panorama mozzafiato. Il mare è li vicino, vi separa da esso solo un parapetto e non c'è nemmeno un eccessivo dislivello, sembra quasi di poterlo toccare.

Dopo Cefalù mi inoltro nelle Madonie, alla ricerca di fresco e curve di montagna fino a raggiungere Castelbuono, famoso per i suoi dilci tipici. E' strano ma su questa curve siciliane non si incrocia nemmeno un motociclista e quei pochi che ci sono non usano salutare...

Se questa pagine risultano un po' appiccicaticce, è colpa dell'ottima granita limone e arancia che ho preso sul corso di Castelbuono. La granita l'ho presa nella pasticceria consigliata dalla guida, che sta su Corso Umberto (mi pare) e caso strano a fianco al mio tavolo c'è una famigliola moto alternativa, tutti dotati di tatuaggi distribuiti in varie parti del corpo: padre, madre e figlia.

La strepitosa giovane, bella e prorompente, mi guardava misteriosamente con due occhi da cerbiatta come per chiedere: "portami via con te... ". Ma non ho un secondo casco...

Vincenzo Consolo, lo scrittore, diceva che le donne siciliane, quelle contemporanee, si sono omologate con quelle del resto della penisola. L'affermazione è vera ma vale solo per il look, la moda, che inevitabilmente le ragazze di oggi seguono omogeneamente in tutta Italia. Diverso invece rimane il loro sguardo e il loro modo di fare. Rimane siculo in tutto e per tutto, la paura di guardarti e quelle frazioni di sguardi intensi e sfuggevoli che ti regalano, il loro incedere sicuro e sensuale. Le donne siciliane si distinguono e si riconoscono ancora.

Nonostante le nuvole minacciose, decido di proseguire verso l'interno e verso le montagne. Costeggiando il lato est delle Madonie arrivo fino a Nicosia. Prima si sale, poi si scende, ma appena siete vicini a Nicosia ve ne accorgete subito: le dorate colline che stanno ai piedi delle Caronie (monti Ebridi) ad un tratto si cospargono di lame di pietra, che sembrano essere piovute dal cielo ed essersi incastrate profondamente nella terra.

Ai piedi di una di queste lastre di roccia c'è Nicosia. Nella piazza principale (Piazza Garibaldi) c'è una "tavola calda" dove si gioca il picchetto e si discute di scommesse.

Poi dritto verso Mistretta, dove mi aspettano Marco, Marinalle, Dario, Ivan e gli altri amici che ho conosciuto con Serena nel capodanno del 2007. Li nel corso di Mistretta si passeggia incessantemente avanti e indietro, si incontrano persone che non si vedono da almeno un anno e in quell'occasione ognuno mostra agli altri i propri trofei di vita.

venerdì 10 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 2

Prima di mettermi a cercare un campeggio decido di fare una visita a Isola delle femmine, memoria di ricordi romantici di questo capodanno. Pensavo di trovare un altro panorama rispetto a questo inverno e invece mi sbagliavo. Incredibile ma le rocce acuminate della costa non consentono invasioni barbariche di bagnanti e tutto rimane incontaminato a prescindere dalla stagione.

Dopo qualche ora di pellegrinaggio in cerca di un campeggio di mio gusto, arrivo fin quasi a Cefalù, spostandomi da ovest verso est sulla costa settentrionale dell'isola, attraverso la statale est, a tratti interessante anche per la guida, oltre che per la suggestiva vista.

All'altezza di Termini Imerese c'è un immenso agglomerato industriale, bello da vedere perché perfettamente geometrico nelle forme e perché si incunea con i suoi bracci metallici fin dentro un mare incredibilmente cristallino.

20 Km dopo c'è Cefalù, qualche Km prima di Cefalù la Baia degli ulivi, il nome la descrive da se ma tralascia il particolare preponderante della baia che non sono gli splendidi ulivi ma i pini, che si affacciano lungo tutta la scogliera sovrastante.

Ci sono le onde, enormi, immense, poderose, che sfidano l'uomo a confrontarsi con esse. Lo spettacolo è incredibile, ma prima di accettare la sfida con le onde decido di fare una passeggiata che supera la spiaggia e aggira la punta ovest della baia attraverso un percorso di sugli scogli.

Ricordo che da piccolo con mio padre passavamo le ore a passeggiare sugli scogli e ogni capo superato ne svelava un altro da raggiungere. In quei momenti non parlavamo perché non ce ne era bisogno, ma eravamo tutt'uno con la natura, quella terrestre delle scogliere come quella marina che esploravamo con altrettante passeggiate acquatiche.

Il mio cammino ad un certo punto si interrompe. Due pareti perpendicolari al mare e un salto troppo lungo mi impediscono di proseguire. Mi volto indietro e scopro pero' di aver raggiunto un punto oltre la baia degli ulivi da dove si vede Cefalù e la sua cattedrale. Soddisfatto torno indietro ad affrontare il mare.

giovedì 9 agosto 2007

Diario siciliano, capitolo 1

Le partenze sono sempre un po' malinconiche, soprattutto se si parte da soli, non importa se si raggiungerà qualcuno o meno, sono malinconiche perché si lascia un posto e le persone che restano.

Entro in autostrada alla 19 circa, dopo essere partito con estrema calma alle 18 da casa e mi accorgo di essere in ritardo per prendere il traghetto che partiva da Napoli alle 20:45.

200 Km tutti di un fiato, 10 minuti più tardi e la Vincenzo Florio sarebbe partita senza di me.

Soddisfatto dell'impresa e carico di adrenalina dovuta alla corsa in moto mangio un panino e mi rilasso sul ponte di poppa della nave, addormentandomi (se si puo' parlare di sonno) leggendo la mia nuova guida sulla Sicilia.

La mia foto
Potete scrivermi a questo indirizzo di posta elettronica
Sono nato il 28 settembre del 1973, sono stato allevato amorevolmente dai miei genitori Mario e Luciana in una ridente cittadina dei castelli romani, al secolo Albano Laziale, insieme alle mie due sorellone Cristina e Laura. Vivo a Roma dal 2007.
Mi sono laureato in filosofia alla sapienza di Roma nel 2002 e dal 2002 mi occupo di comunicazione sui nuovi media.
Qualora foste interessati questo è il mio CV.
Qui trovate alcune interviste, servizi e reportage video che ho realizzato.
Qui trovate alcuni dei miei articoli
Questa è la pagina della mia band: i MADENITA

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