Non ti preoccupare, il futuro sarà migliore. Tu pensa a studiare, vedrai che troverai la tua strada e sarà migliore della mia. Io ho visto la guerra, la povertà. Tu neanche immagini cosa vuol dire star male, andare in giro con le scarpe rotte a raccogliere cicche da terra per concedersi un vizio. Abbiamo lottato per i diritti che tu oggi dai per scontati. Non ti preoccupare, figlia mia, ci sarò sempre nel momento del bisogno e abbi fiducia in te stessa. Tu sei in gamba, ce la farai.
Intanto io crescevo sui libri, in piscina e davanti alla televisione e al primo 386. Mi interessava la politica, la storia, la socialità del vivere. Effettivamente la vita sembrava una pacchia. Mio padre era riuscito ad affrancarsi dalla povertà senza titolo di studio, solo grazie alle sue capacità e ai suoi sacrifici. Mia madre mi stava vicino affettuosamente. Mi sono concessa il capriccio di lottare per truccarmi, per avere un motorino, un paio di scarpe firmate, un cellulare. Lavoro da quando ho 18 anni. Oggi ho 34 anni, una laurea, ma solo 7 anni di contributi versati per una pensione che non avrò mai. Sto lottando per ottenere una vita migliore, ma la lotta è interiore, introflessa, inefficace. Cosa ho raccolto in 30 anni? Beh, una causa di lavoro in corso, un bilocale in affitto e la disoccupazione (senza sussidio). E il mio futuro non ha prospettive di miglioramento. Certo, sto meglio dei miei genitori (?)… ma non sto lottando per migliorare il futuro, mio e degli altri. I diritti dati per scontati stanno crollando. Il sistema si è incastrato. Sento l’esigenza di lottare, ma non so fare la rivoluzione. Ieri ero dal mio avvocato per chiedere lumi sul pacco regalo che il governo sta elargendo nella cosiddetta “manovra antiprecari”. L’avvocato dice di non preoccuparmi, che è incostituzionale e che per fortuna ci sono ancora i giudici e c’è una direttiva europea. Poi mi guarda e mi dice: comunque non so cosa state aspettando per scendere in piazza e farvi sentire. Ai miei tempi sarebbe bastato molto meno. Non vi basta questa manovra? L’Alitalia? L’Università? Cosa state aspettando? Che vi si rompa il cellulare?
Cosa sto aspettando… Non so fare la rivoluzione, ma so lottare, voglio lottare. Grazie Elle e grazie a tutti quelli che con questo blog socializzeranno la lotta. Io ho inizito oggi.
Grazie a Valentina Galli
FM
Il blog di Federico Mercuri
sabato 19 luglio 2008
Socializzare la lotta
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Sono nato il 28 settembre del 1973, sono stato allevato amorevolmente dai miei genitori Mario e Luciana in una ridente cittadina dei castelli romani, al secolo Albano Laziale, insieme alle mie due sorellone Cristina e Laura. Vivo a Roma dal 2007.
Mi sono laureato in filosofia alla sapienza di Roma nel 2002 e dal 2002 mi occupo di comunicazione sui nuovi media.
Qualora foste interessati questo è il mio CV.
Qui trovate alcune interviste, servizi e reportage video che ho realizzato.
Qui trovate alcuni dei miei articoli
Questa è la pagina della mia band: i MADENITA
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