Il Governo all’attacco della stampa cooperativa e di partito
Dove non c’è informazione non si sa mai cosa succede. Attaccare l’informazione a testa bassa come ha fatto questo governo con l’articolo 44 del decreto legge 112/2008, inserito nella finanziaria 2009, non è cosa da poco. Chi colpisce il diritto di informare e di essere informati, colpisce al cuore la democrazia, in questo caso una democrazia italiana già di per se agonizzante. Molte le voci di dissenso rispetto a questa manovra che ha visto impegnato il IV governo Berlusconi come non mai, procedendo a blindature e voti di fiducia. Anche in questo caso un messaggio di chiara volontà a non procedere per discussioni alle camere, ma dritti alla metà quasi esautorando il Parlamento di una sua funzione vitale: il confronto. I giornali che rischiano la chiusura sono il Manifesto, il Corriere Mercantile, il Salvagente, Carta, il Cittadino Oggi, il Corriere di Forlì, il Nuovo Corriere Bari Sera, Rinascita, la Voce di Mantova, Cronaca, AREA, il Corriere Nazionale, Metropoli Day e così via, per tanti, tanti altri ancora.
Senza citare le difficoltà gravi che si abbatterebbero sull’Avvenire, l’Unità, Il Riformista, Il Foglio, la stessa Padania e su tutti i giornali di partito.
Ieri pomeriggio alla Camera con un terzo voto di fiducia è passata la manovra fiscale voluta dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, tutta incentrata sul taglio delle spese e, grazie al famigerato articolo 44, sul taglio drastico dei contributi statali all’editoria. Le provvidenze per il 2009 e il 2010 vengono decurtate passando da 580 a 387 milioni di euro. In aggiunta, come se non bastasse, i quotidiani nazionali e locali vedranno scomparire anche l’ottenimento da parte dello Stato di risorse certe, il ‘diritto soggettivo ai contributi’, cioè le risorse commisurate alla reale tiratura e diffusione di giornali no profit e di partito. Stiamo parlando di almeno una quindicina di giornali gloriosi, che tanto hanno fatto per un’informazione libera e alternativa e che tanto hanno lottato per rimanere in vita negli ultimi anni. Aumentano invece i contributi indiretti alle grandi testate, vale a dire le agevolazioni postali e telefoniche e i rimborsi di altra natura, con una Mondadori (lo ricordiamo, proprietà della famiglia Berlusconi) che da sola porta a casa 20 milioni di euro (Il Sole 24Ore 18 milioni di euro, RCS circa 14 milioni di euro).
Non è solo, infatti, un problema di finanziaria, perché già il duopolio televisivo ha, di fatto, sbilanciato un mercato pubblicitario a favore dell’editoria radiotelevisiva come mai in nessun altro paese occidentale era successo. Ossia, il sistema Rai-Mediaset che da solo fa il 90% della televisione italiana (dati 2005) e relativo supporto di Publitalia (altra proprietà della famiglia Berlusconi), che da sola raccoglie il 65% del mercato pubblicitario televisivo. In Francia alla tv va meno del 30%, in Germania il 23%, in Spagna il 39,9%. In tutta l'Europa non c'è un paese che abbia tanta pubblicità, in assoluto e in proporzione agli altri mezzi di comunicazione, diretta al piccolo schermo. Tutti sono sotto il 50%, con la sola eccezione del Portogallo che comunque è al 53%, ben al di sotto del nostro 62,9%.
Per un giornale, il cui costo effettivo si aggira intorno ai 3,5 euro a copia (venduto in media a 1, 20 euro), il poter accedere al mercato pubblicitario è linfa vitale, è garanzia di sopravvivenza per l’anno futuro. Può anche voler dire assumere e mettere in regola tanti nuovi e valenti giornalisti ora senza un contratto e un lavoro certo. Allontanare lo spettro del precariato per davvero.
La stessa FINSI, Federazione Nazionale della Stampa, in un documento ha sottolineato che "… La sforbiciata, decisa a oltre metà anno, quando le programmazioni sono definitivamente impostate, mette in difficoltà soprattutto i giornali di idee e gestiti in cooperativa, che non godono di contributi indiretti. Si pone un problema per la tenuta delle testate e per l’occupazione”. E ancora, in relazione alla matrice ideologica dell’intervento: “… Prima di tagli generalizzati, oggi motivo di incertezza per il futuro anche per chi ha le carte in regola, è necessario avviare e definire una seria riforma dell’editoria che faccia giustizia dei luoghi comuni, che faccia economia di spese eliminando il sostegno alle imprese pirata, che non travolga anche chi merita perché fa vera informazione, arricchendo il panorama del pluralismo e assicurando il corretto impiego del lavoro giornalistico”.
Una manovra quindi squisitamente politica, togliere in un sol colpo le ultime sacche di resistenza al pensiero unico, le ultime cellule di libertà e pluralismo dell’informazione. Le ultime voci di opposizione a un governo sempre più autoritario e ‘in divisa’. Anche perché i tagli effettuati, se rivisti, non inciderebbero poi così tanto sul volume di bilancio, rimarcando inevitabilmente l’intento politico inscritto nell’articolo. Come non è da escludere il ricatto velenoso insito in un possibile ripensamento in sede di verifica: ‘chi farà il bravo, magari, riceverà un trattamento di riguardo”. Saranno comunque in molti a battersi fono alla fine, per riequilibrare una situazione davvero pericolosa per la democrazia. L’autunno sarà, infatti, molto caldo, global worming o meno, ci sarà spazio e tempo per combattere in ogni modo questa manovra liberticida come le tante altre iniziative antidemocratiche già in atto e quelle future che il Governo Berlusconi ha nel cassetto. Almeno fino a quando, come purtroppo sembra, l’opposizione che siede in Parlamento non decida di abdicare definitivamente al suo ruolo costituzionale.
Grazie a Flavio Fabbri
FM
Il blog di Federico Mercuri
domenica 20 luglio 2008
Addio informazione libera, addio libero Stato
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Sono nato il 28 settembre del 1973, sono stato allevato amorevolmente dai miei genitori Mario e Luciana in una ridente cittadina dei castelli romani, al secolo Albano Laziale, insieme alle mie due sorellone Cristina e Laura. Vivo a Roma dal 2007.
Mi sono laureato in filosofia alla sapienza di Roma nel 2002 e dal 2002 mi occupo di comunicazione sui nuovi media.
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Questa è la pagina della mia band: i MADENITA
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