Oggi sono stato al cimitero di Prima porta dove si celebrava la commemorazione dei 24 anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer. Sono andato via molto rattristato. Ora Berlinguer non ha certo bisogno di presentazioni e nonostante questo non mi aspettavo di trovare fiumi di persone a visitare la sua tomba, ma nemmeno il deserto. Certo è che lui è stato davvero l'ultimo leader (e non della sinistra, ma dell'intero panorama politico italiano) degno di chiamarsi tale.
Non voglio stare qui a ricordare il passato, "quando c'erano gli ideali" e compangia bella. I più giovani forse non sanno nemmeno di chi sto parlando (e questo è grave). Sono convinto però che la attuale classe politica e non solo quella, del nostro paese, tutta da sinistra a destra, potrebbe prendere spunto da una storica affermazione di Berlinguer, che diceva: «Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita».
Oggi si fa politica per lo più per fini squallidi come il potere, i soldi, la gloria personale, il bisogno di soddisfare il proprio ego. Ai tempi di Berlinguer succedeva la stessa cosa ma c'era qualcuno che era soddisfatto della propria vita se lottava per migliorare il mondo. Mi chiedo se oggi qualche uomo così esista ancora ma non riesco a darmi risposta.
Bhe la sua tomba la dice lunga sui valori in cui egli credeva. Non una sepoltura nel mausoleo del Pci, in compagnia di Togliatti, Giuseppe Di Vittorio, Luigi Longo, etc, ma a Prima porta, semplicemente insieme ai suoi familiari.
A presto.
p.s.
Aggiungo in chiusura le immagini del funerale che non hanno bisogno di commenti
FM
Il blog di Federico Mercuri
mercoledì 11 giugno 2008
A Enrico un saluto sincero
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Sono nato il 28 settembre del 1973, sono stato allevato amorevolmente dai miei genitori Mario e Luciana in una ridente cittadina dei castelli romani, al secolo Albano Laziale, insieme alle mie due sorellone Cristina e Laura. Vivo a Roma dal 2007.
Mi sono laureato in filosofia alla sapienza di Roma nel 2002 e dal 2002 mi occupo di comunicazione sui nuovi media.
Qualora foste interessati questo è il mio CV.
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Questa è la pagina della mia band: i MADENITA
3 commenti:
Lo spessore degli uomini a volte si percepisce dai piccoli grandi gesti, una lapide è solo un segno..indica chi si è fermato su questo mondo, magari dopo una vita di lotte, magari dopo una vita non bella ne felice...ma piena di dignità. La stessa che mi piace pensare faccia crescere in ogni uomo il desiderio di migliorare questo mondo...come la terra lascia crescere i suoi fiori...i suoi alberi...
Ricordo quei giorni nell'immagine di mio padre, mestamente seduto con lo sguardo fisso a un teleschermo, immobile. Solo una piccola lacrima scendeva lentamente sulla guancia, quasi nascondendosi.
Ricordo una sterminata folla di persone composte e rispettose, onorare in silenzio l'operato di un uomo appassionato, il suo carisma, il suo essere testimone di una dedizione che vede la cosa pubblica come strumento di benessere per tutti senza distinzioni, nel rispetto di valori che sono propri dell'uomo indipendentemente dal suo orientamento politico. Erano tempi in cui primo commento non era su quante persone vi fossero in quella piazza ma su perchè fossero lì.
Ricordo che qualche tempo dopo, anche grazie all'esperienza di Berlinguer, mi avvicinai al mondo della politica, per cercare di mettere al servizio di tutti le mie capacità e la mia energia.
Ricordo amaramente infine, poco più in là, di aver abbandonato tutto, perchè l'ultimo esponente di una certa categoria di leader politici, era veramente scomparso l'11 giugno del 1984.
Ciao Enrico
Solo le parole pronunciate da uno dei più grandi possono esprimere a pieno chi fosse Enrico Berlinguer. Il presidente Sandro Pertini, il giorno della morte di Berlinguer, lo baciò sulla fronte e prima di ripartire per Roma disse: "Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta". Per chi, come me, non ha mai avuto la fortuna di conoscerlo, Berlinguer vive nei racconti e nelle parole degli altri. Però mi piace pensarlo come lo ha descritto il presidente Pertini. Uno come tutti noi.
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